volantino nuova veste

Gli studenti migranti
e la legge Bossi-Fini
Il Collettivo Studenti Migranti nasce dalla volontà di dare voce agli/alle studenti migranti per conoscere e condividere le difficoltà che incontrano e che inevitabilmente sorgono nell’affrontare la vita quotidiana a Bologna e in Italia.
Ciò che vogliamo trasmettere è un netto rifiuto della logica razzista e schiavista della Bossi-Fini, in quanto legge che discrimina, genera esclusione e mira ad annullare l’essere umano e la sua dignità.
Per gli/le studenti migranti inserirsi in un sistema per loro straniero non è cosa facile, soprattutto in sistema come quello italiano che invece di garantire diritti li nega a priori e ostacola tale inserimento.
In Italia la legge non è uguale per tutti.
(neanche col governo di centro-sinistra)
Nel momento in cui i diritti, che un sistema “democratico” dovrebbe garantire indistintamente a tutti, sono di fatto negati ad alcune persone perché etichettate come “immigrati”, questi diventano piuttosto privilegi.
Lo studio è un privilegio di chi può permettersi di sopportare il costo della vita in Italia (affitto, tasse universitarie…) quasi sempre nettamente superiore a quello del proprio paese d’origine.
Insomma se vuoi accedere al sistema scolastico italiano devi avere delle risorse economiche da sfruttare e non sperare di avere una qualche agevolazione.
Se sei uno studente migrante e vivi ormai da molti anni in Italia (e forse ti senti ormai un po’ a casa!) non hai diritto di ottenere la cittadinanza.
Se hai concluso il tuo percorso di studi e vuoi restare, quello che ti aspetta è un futuro incerto; la tua permanenza è soggetta al rinnovo del permesso di soggiorno ogni anno.
Le prospettive si limitano ad una sola possibilità: trovare un lavoro qualsiasi immediatamente, subordinando le tue aspirazioni e conoscenze alla domanda di un mercato del lavoro sempre più precario.
Significa entrare nel meccanismo della Bossi-Fini, in cui domina il legame contratto-soggiorno, per non cadere nella categoria “immigrato irregolare” ed essere conseguentemente esposto al pericolo di reclusione in un cpt e di espulsione.
La Bossi-Fini (2002) promulgata dal defunto governo Berlusconi non nasce dal nulla.
Bisogna infatti ricordare che essa non fa altro che apportare delle modifiche in senso fortemente restrittivo al testo unico della legge Turco-Napolitano (1998-formulata dal precedente governo di centro-sinistra, nonché dal Presidente di ‘sta Repubblica) che costituisce il primo intento normativo di “regolare” il fenomeno migratorio in Italia.
E’ la Turco-Napolitano infatti ad introdurre il meccanismo base espulsione-reclusione, nonché il vergognoso sistema di detenzione nei “lager” chiamati CPT.
Lo schema di fondo mira a favorire l’attuale tendenza verso una maggiore precarizzazione del sistema lavorativo, già evidente nel caso dei cittadini italiani e ancor più evidente nel caso dei/delle migranti e degli/delle studenti migranti che concludendo gli studi non hanno altra scelta che accettare di dipendere da un datore di lavoro senza la garanzia di una stabilità futura.
A causa del binomio inscindibile contratto di lavoro-permesso di soggiorno emerge infatti come i migranti siano considerati non in quanto essere umani a cui devono essere riconosciuti diritti in quanto tali, bensì come forza lavoro asservita alle esigenze del capitale.
La società civile deve reagire di fronte a tale logica
discriminatoria e disumanizzante.

Per questo chiediamo l’abrogazione della Bossi-Fini e rivendichiamo per tutti/e gli/le studenti migranti il diritto di restare!

Collettivo Studenti Migranti
-bologna.-

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